chiesa di villanova
Home » I 100 anni della chiesa di San Bartolomeo | Villanova

I 100 anni della chiesa di San Bartolomeo | Villanova

  • stefano 

Villanova, negli ultimi cento anni, l’intero arco del ventesimo secolo, sono stati 3 i “prevosti” che hanno retto ed operato intensamente sotto l’insegna di San Batolomeo Apostolo a Villanova di Là, per creare quella che oggi è la chiesa di San Bartolomeo.


Dal 1916 al 2016


Don Emidio Ferraguti

Costante cruccio di Don Emidio Ferraguti (1872-1938) è stata la costruzione, in luogo del piccolo oratorio seicentesco a capanna, della chiesa destinata ad accogliere, già all’inizio del secolo scorso, gli 800 contadini, braccianti ed artigiani che abitavano all’intorno ed una ventina di possidenti.

Don Emilio cominciò a “martellare”, autorità, possidenti e parrocchiani già dal 1911 pochi mesi dopo il suo ingresso a Villanova, inducendo una commissione comunale guidata dall’assessore Carlo Levi a verificare la fondatezza delle “sollecitazioni”.

Con un progetto di massima (nel 1912) venne proposta la sottoscrizione proporzionata all’entità dei poderi, incaricando poi l’ingegner Giuseppe Tubini (1872/1969) ad una anticipazione civica di 40.000 lire, da restituirsi in dieci annualità. Intanto si demolì la vecchia chiesetta e si pose la prima pietra (era il 3 giugno 1916) del nuovo tempio, grande ed accogliente.

Don Emidio è infaticabile sollecitando anche il Papa che era Benedetto XV, da cui ottenne un sussidio di 1000 lire che arrivarono dopo sei mesi! Chiese anche al nuovo Papa Pio X il cui contributo gli permise di continuare i lavori alla meno peggio aprendo finalmente al culto il 15 ottobre 1925.

Al pranzo conviviale prese parte il vescovo ausiliario monsignor Ferdinando Maria Bussolari che dopo la consacrazione della chiesa conferì il titolo di “Prevosto” al parroco e ai suoi successori. Don Emidio non riuscì più a liberarsi dei debiti e dei creditori che si riversarono sulle spalle di Don Goffredo Polacchini (1889/1971) nell’estate del 1938.

Don Goffredo Polacchini

Vigoroso e combattivo durante la “Grande Guerra” Don Goffredo era stato “bersagliere- ciclista” e portantino in prima linea… . All’ombra della chiesa di San Bartolomeo per anni accolse ammalati, sofferenti di nervi meritandosi la qualifica di benemerito come “Esorcista canonico”. Non abbandonò mai i lavori di completamento del tempio che arricchì con i marmi bianchi rossi delle Alpi veronesi trasportati prima con il treno poi con i birocci dei contadini locali. Continuerà ad abbellire la chiesa fino alla morte che lo coglierà il 12 luglio 1971 dopo la visita ad un malato cadendo dalle scale del policlinico.

Don Sesto Serri

Toccherà al successore Don Sesto Serri (1935/2002) mettere il sigillo finale al grande tempio neo romanico con la sistemazione dei leoni all’ingresso. Don Sesto (già il sesto nella nidiata di nove fratelli) continuò l’opera delle benedizioni a sofferenti, accolse i piccoli alla scuola materna parrocchiale “Maria Immacolata”, diede vita al parco della pacee al museo dei presepi d’arte una raccolta di natività di importanza nazionale.

Don Geraldo Gomez

In seguito toccò al brasiliano Don Geraldo Gomez proseguire l’incarico di Prevosto dal 2004 al 2014 il cui impegno fu rivolto principalmente a ristrutturare la canonica che originariamente era la cappella ottocentesca dei padri benedettini con sede a Sozzigalli.

Ad Oggi

L’accogliente edificio attiguo alla chiesa, è stato cosi reso agibile come abitazione per i parroci, anche oggi serve al piano terreno per la scuola di catechismo e al piano superiore per ospitare un fedele.