La AG7 Fisher Space Pen, prodotta dalla Fisher Space Pen Co. è la prima penna che sia stata utilizzata nello spazio.
Era stata inizialmente impiegata durante le missioni Apollo della NASA, è oggi utilizzata a bordo di ogni volo spaziale con equipaggio al posto della precedente matita.
La Leggenda
Una leggenda racconta che negli anni sessanta, quindi in piena corsa allo spazio, gli scienziati della NASA si resero conto che le tradizionali penne non potevano funzionare nello spazio vista l’assenza di gravità.
Perciò, per risolvere il problema spesero anni e milioni di dollari per sviluppare una penna che potesse scrivere a gravità 0.
In realtà, come spiegherò successivamente, inizialmente gli astronauti ed i cosmonauti sovietici usavano le matite, che però si spezzavano facilmente e la grafite fuoriuscita, essendo un conduttore, rischiava di danneggiare le componenti elettroniche. Senza contare che le matite sono costituite principalmente da legno che è un materiale infiammabile.
La Storia (reale) della AG7
Nel 1965 Fisher investì un milione di dollari per sviluppare e produrre la AG7 (AntiGravity 7) Fisher Space Pen, una penna a sfera con una cartuccia sigillata e pressurizzata, capace di scrivere in assenza di gravità, sott’acqua e a temperature estreme.

Lo sviluppo della penna fu problematico ma Fisher riuscì sempre a trovare una soluzione.
Concluso lo sviluppo, Fisher offrì subito la sua penna alla NASA, che inizialmente esitò a causa si un’acquisto di matite precedente dalla Tycam Engineering Manufacturing Inc. per le missioni Gemini che gli erano costate più di 4000$ che corrispondono a circa 80.000$ odierni. Ma dopo rigorosi test durati ben un anno e mezzo, la NASA accettò l’offerta di Fisher e ordinò 400 penne per “solo” 2400$ cioè quasi 50.00$ dollari di oggi.
Nel 1968 la AG7 Fisher Space Pen venne utilizzata per la prima volta dalla NASA nella famosissima missione Apollo 7. Questo la face notare anche dall’unione sovietica che ne ordinò un centinaio.

A fine anni ’70, per il Programma Space Shuttle, l’azienda sviluppò un nuovo modello di Space Pen, la CH4 Chrome Plated Shuttle Space Pen;
Nel 1986 la compagnia diventò la Fisher Space Pen Co. e negli anni successivi continuò a introdurre nuovi modelli di penne pressurizzate che vennero utilizzate in qualsiasi missione spaziale o non, dove si dovessero affrontare situazioni estreme o insolite come sul monte Everest.
Specifiche tecniche
La AG7 Fisher Space Pen è una penna a sfera retrattile che all’apparenza potrebbe sembrare una penna normale invece è dotata di una cartuccia sigillata ermeticamente e pressurizzata con azoto a circa 3 atmosfere.
Perciò è in grado di scrivere con qualunque angolazione su tantissimi materiali e superfici, sott’acqua, capovolta, a temperature estreme cioè tra i −35 °C ai +121 °C e a gravità 0.
L’inchiostro immagazzinato nella cartuccia è un gel semisolido che si liquefà quando è sottoposto all’azione di sfregamento con la sfera, ed è in grado di scrivere per circa 4,5 km (il doppio di una BIC).
Riassunto
Perciò dopo 2 anni di test la NASA ha deciso di utilizzare l’AG7 Fisher Space Pen che è stata utilizzata nella missione Apollo 7 nel 1968, da allora è stato utilizzata dai sovietici, e successivamente su tutti i voli spaziali con equipaggio compreso l’allunaggio.

Il design e la costruzione complessiva di questa penna non sono cambiati in oltre 50 anni e la penna è acquistabile anche oggi ad una trentina di euro su Amazon (sotto il link).
Fisher Space Pen
Penna Fisher Space Pen Bullet Black con clip – Misura 10,2 centimetri da chiuso.
Costruzione di alluminio con finitura nera opaca. Punta media – cartuccia di inchiostro nero. Utilizza ricariche Fisher (FP1211 (inchiostro blu) o FP1241 (inchiostro nero). Scatola regalo. Scrive in modo affidabile in condizioni estreme.
Sopra le impronte digitali, sopra il grasso, freddo estremo (-50 C), temperature elevate (200 C), su carta bagnata, e con qualsiasi angolazione, anche a testa in giu’.
Credits: Photo by NASA on Unsplash